Lo slalom dei giovani tra le solitudini
Abbiamo lasciato soli i nostri giovani. A fronteggiare crisi più grandi di loro (e di noi). Negli ultimi anni, diciamo gli ultimi vent’anni, le società occidentali si sono smarrite, hanno perso valori, riferimenti culturali, certezze e fiducia. Il futuro è scomparso poco per volta dietro la linea dell’orizzonte, e quando non si riesce a intravvedere il domani, si affievolisce anche la speranza. E’ questo il momento in cui subentrano le paure, quelle che ti spingono ad aggrapparti a ombre, social, miraggi e illusioni.
L’inquietante identikit di un ragazzo di oggi
Pensateci: un giovane oggi di 18, 22 anni, ha vissuto, in ordine, gli anni del terrorismo post torri gemelle, la più grave crisi economica dopo il 1929, quella che ha investito prima gli Stati Uniti, poi l’Europa (con il dramma della Grecia), Italia compresa, con il suo decennio di governi tecnici e tagli alla spesa a colpi di manovre.
Neanche il tempo di rifiatare che il Covid ha mandato giù di nuovo, in apnea, il mondo, incatenandolo a tre anni di isolamento forzato, con perdita di lavoro e certezze economiche, scuola a distanza e addirittura irreali silenzi e coprifuochi, seguiti da quelli ancor più drammatici della guerra scoppiata con l’invasione dell’Ucraina.
Non è finita qui. Questo giovane, massacrato da una continua, asfissiante, serie di eventi tragici, compie oggi vent’anni sotto i sibili dei missili che sfrecciano sulla testa delle popolazioni di Israele e Gaza, minando i tentativi di mettere pace in quelle terre infuocate. E l’agghiacciante paura di un terzo conflitto mondiale scava dentro la sua anima ancora più profonde paure. E forse disperazione. Quella di non sapere cosa fare, quale vita attendersi e, soprattutto, a cosa prepararsi.
I calciatori? Solo la punta dell’iceberg
Tutto questo forse spiega anche alcuni comportamenti che emergono tra i giovani nella società, come il fenomeno dei “guru” social, che spingono menti più fragili ad atti contro se stessi, o lo stesso successo degli influencer che dettano a giovani smarriti linee e modi di comportamento. O anche, purtroppo, il fenomeno della ludopatia, quella che alcuni media hanno definito la nuova silenziosa “pandemia” dei nostri giorni.
Nel 2020 secondo alcuni studi il 42% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni ha giocato d’azzardo, sviluppando nel 9% dei casi forme patologiche. Se ne parla molto in questi giorni perché sono state pubblicate le confessioni e le debolezze di alcuni calciatori famosi. Ma l’impressione è che il fenomeno sia molto più profondo di quanto non appaia.
E seppure i giovani sono tra più colpiti, anche altre fasce d’età, in particolare quella degli anziani, pagano lo scotto della solitudine. E molto spesso queste persone arrivano a giocarsi anche la propria pensione, in una scelta della perdizione amplissima, che va dal Lotto, superenalotto, gratta e vinci, alle scommesse, slot e lotterie varie.
-A cura di V.A.R.